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"S'ARRICORDA LL'ACQUA A NOLA"
Una espressione in disuso, anzi scomparsa e sconosciutissima per le nuove generazioni è, senz'altro, "S'arricorda ll'acqua a Nola". La locuzione, in verità, espressa, in alcune zone "S'arricorda 'o mare a Nola" viene usata per indicare un passato molto remoto o un evento senza tempo, ma, a tutt'oggi non sussiste una spiegazione, anche se alcuni hanno opinato che la cittadina dei gigli, in epoca romana, fu città portuale. Neppure lo storico nolano Adolfo Musco, osa sbilanciarsi, tanto che, nella sua opera "Nola e d'intorno", a pagina 37, dice "E la comunanza di vita e di scambi commerciali con Torre Annunziata, per cui da alcuni Nola fu persino ritenuta una città marittima, creò, forse, quel detto popolare, per significare una cosa molto antica e di vecchia data che si perde nella notte dei secoli: ricorda l'acqua a Nola". Il Nusco, inoltre, aggiunge, nelle note, a pié della suddetta pagina, che, consultando, l'Itineraio antonino, esso "...fa giungere il mare sino a Nola, formando quell'istmo di cui parla Strabone nel capitolo V di "Geografia". Indubbiamente non sono i soli a disquisire sull'argomento, senza, però, arrivare, ad una conclusione precisa e lineare ed infatti, l'illustre storiografo nocerino, Gennaro Orlando, così si espresse".....ad eccezione della capitale, Capua, nonché di Larissa, Nola e Nuceria, tutte queste città erano poste alla marina, la qual cosa conferma il ricordo tramandadoti da alcuni scrittori antichi, che il mare fosse un tempo molto più vicino a Nola". Il citato Strabone chiama in causa il fiume Sarno affermando "...Pompeii serve di porto a Nola, Nuceria, e Acerrae...., e il fiume Sarnus serve a trasportare avanti e indietro le mercanzie..." e, quindi, in conclusione, vi era un collegamento fluviale tra Pompei, Nocera, Nola ed Acerra. Altre supposizioni vengono alla ribalta ma senza un preciso fondamento, ta cui gli abitanti delle zone di montagna, vedendo il mare si confondeva Torre Annunziata o Castellammare di Stabia con Nola, nonché perché il fiume Clanio, nel basso corso, zona nolana, pare che, un tempo, fosse navigabile. Certo la spiegazione rimane leggendaria e nemmeno il compianto storico Francesco Aliperto nella sua opera "L'Opicia preromana e romana", nel capitolo XXIII Tra leggenda e realtà: Il mare a Nola", è riuscito, attraverso varie citazione ad arrivare alla verità, per cui non ne parliamo più, anche perche qualche giovane moderno potrebbe usare una propria locuzione nei nostri riguardi, tipo "Ti si fatte antico" oppure "Si antico".
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