IL MUSEO FILANGIERI DI NAPOLI

di Francesco Vigilante Rivieccio


Palazzo Como

L’ideazione e la costruzione di questo particolarissimo museo si devono alla munificenza del principe di Satriano, Gaetano Filangieri  junior (1824-1892), uomo di grande ingegno, di forte personalità, viaggiatore instancabile, cultore delle belle arti e appassionato collezionista.
Il Filangieri riuscì pure nell’intento di  salvare dalla distruzione il quattrocentesco palazzo Como, che lo ospita: il nuovo tracciato di via Duomo ne prevedeva, infatti, l’abbattimento. Per fortuna, nel 1878 la Commissione municipale per la conservazione dei monumenti accolse l’idea di far arretrare di circa venti metri il palazzo, di cui erano rimasti in piedi solo la bella facciata e tratti delle pareti laterali. Gaetano Filangieri finanziò i lavori di riedificazione e di ripristino funzionale, oltreché la sistemazione delle raccolte d’arte prima custodite nella sua abitazione.


La straordinaria tradizione illuministica napoletana, di cui Gaetano Filangieri senior (°) fu uno dei principali esponenti, trovò concreta espressione  nell’idea costitutiva del museo stesso: un’istituzione "civica" formata dalle raccolte personali del principe e strettamente connessa ad un programma di sviluppo civile e sociale.  Gaetano Filangieri junior volle pure che il suo progetto si collegasse all’istituzione di un Museo Artistico Industriale (ebbe sede nell’ex convento della Solitaria e fu inaugurato dallo stesso Filangieri nel 1882) che comprendesse anche scuole ed officine volte alla formazione tecnica, artistica e professionale della classe lavoratrice industriale; la sua realizzazione fu affidata a due grandi personalità dell’epoca: Domenico Morelli per le raccolte museali, Filippo Palizzi per le scuole-officine.


Museo Filangier - Sala Carlo FilangieriQuesta felice sintesi di istanze estetiche e produttive richiamava, come accennavo, la grande tradizione illuministica napoletana: Antonio Genovesi (1713 - 1769)  affermava che il ruolo della cultura è "quello di giovare alle bisogne della vita umana" e "la ragione non è utile se non quando è divenuta pratica e realtà; né ella divien tale se non quando tutta si è diffusa nel costume e nelle arti" (Antonio Genovesi – Discorso sul vero fine delle lettere e delle scienze).
Per Gaetano Filangieri  l’attività espositiva non doveva essere disgiunta dallo studio e dalla ricerca e, pertanto, dotò il suo Museo di un archivio e di una biblioteca specializzata  e lo connotò, per l’appunto, come centro di studi e di ricerche sul territorio. Purtroppo, la lungimirante visione del fondatore dovette scontrarsi con il mutare dei tempi e con il decadere della spinta ideale che aveva sorretto le sue idee. Il Museo Artistico Industriale, divenuto semplicemente Istituto Artistico e Industriale, si concentrò sulla sola funzione didattica e il Museo Filangieri sopravvisse sempre più estraniato dalla sua città.


Alla fine del Secondo Conflitto Mondiale, le raccolte furono fortemente danneggiate da un incendio appiccato dalle  truppe naziste in fuga  alla villa di San Paolo Belsito, nei pressi di Nola, dove si era ritenuto di salvaguardarle dai bombardamenti della città di Napoli.  Fortunatamente, collezionisti sensibili e generosi, come l’avvocato Filippo Perrone e i fratelli Mario e Giuseppe De Ciccio, rimpinguarono nel  tempo le variegate raccolte del Museo; ciò nonostante, dopo la fastosa celebrazione nel 1988 del centenario della fondazione, la progressiva riduzione dei finanziamenti del Comune, destinatario del Museo stesso, gravi carenze gestionali, il ripetuto trafugamento delle opere esposte, ne determinarono nel 1999 la chiusura.
Dopo anni di abbandono, nel 2005 il Museo Civico Filangieri  è stato affidato all’attuale direttore, Gianpaolo Leonetti, che lo ha riaperto, almeno parzialmente, nella primavera del 2012. Attualmente, l’associazione "Salviamo il Museo Filangieri", presieduta da Maria Piera Leonetti, continua, tra non poche difficoltà, a portare avanti il recupero ad una fruizione  totale di questo importante frammento della storia e della cultura della nostra città.

Francesco Vigilante Rivieccio
Presidente NAPOLINTERNOS ASSOCIAZIONE  CULTURALE
Luglio 2015

Museo Filangieri - Sala Agata


(°)  GAETANO FILANGIERI senior, (1753-1788, nonno del nostro), giurista e filosofo, per la sua eloquenza e la profonda cultura giuridica fu benvoluto alla corte di Carlo di Borbone. La sua  "Scienza della Legislazione" fu opera di alto e innovativo valore in materia di filosofia del diritto e teoria della giurisprudenza. Frutto della grande cultura napoletana, rappresentata in particolare da Giambattista Vico e Pietro Giannone, interpolata con le teorie dei filosofi illuministi francesi, come Montesquieu e Rousseau, ebbe risonanza internazionale e fu tradotta in inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo; nel 1784 la Chiesa cattolica la mise all’Indice per le sue idee riformatrici e per i suoi attacchi ai diritti del clero.  Rappresentò pure uno dei modelli ispiratori della Costituzione americana. A tal proposito, è interessante ricordare che  Benjamin Franklin inviò al Filangieri (col quale intratteneva una fitta corrispondenza) la bozza della Costituzione con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, in essa contenuta,  usando due intermediari: Luigi Pio, diplomatico napoletano a Parigi, e l’abate Leonardo Panzini, che aderì alla Repubblica Partenopea e ne fu rappresentante presso il Direttorio. La frase "l’uomo ha diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità", ispirata dal Filangieri, fu inserita nella  Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, in sostituzione di quella, prevista da John Locke, "l’uomo ha diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà": quale incredibile rivoluzione culturale il cambiamento di una sola parola!   [vedi le ricerche del prof.  Stefano D’anna  presso la biblioteca  dell’ Istituto Italiano di Studi Filosofici e l’archivio del Museo Filangieri – www.liberoquotidiano.it  –  www.profstefanodanna.com].

 

Per ulteriori informazioni sul museo Filangieri e le relative attività, visita www.salviamoilmuseofilangieri.org