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Grazie alla determinazione e ad un lungo e duro lavoro della direzione dell’Istituto Penale Minorile di Nisida ed, in particolare, della prof.a Maria Franco che ivi insegna, è giunto a conclusione il progetto “Le ali al futuro” con la costituzione del Parco Letterario e la riapertura di alcuni dei suggestivi sentieri che percorrono l’isola, come quello dedicato ad Omero, forse il primo dei tanti poeti, scrittori, musicisti che hanno scritto della “piccola isola” (Nisida, dal greco “nesis” = piccola isola).
Napolinternos, attenta non solo al grande passato della nostra terra, ma anche alle tante positive iniziative del presente, ha voluto dedicare all’evento un articolo della prof.a Maria Franco, al quale seguono alcune struggenti poesie scritte dai giovani detenuti e alcuni brani tratti da una trilogia di volumi, frutto dell’ impegno di numerosi scrittori che hanno voluto dedicare dei loro racconti inediti a Nisida.
Buona lettura, con l’augurio che quest’isola “di sogno” veda realizzarsi quelli dei tanti giovani ivi reclusi: che non si sentano più, una volta usciti al compimento del percorso rieducativo, come “un gabbiano che non può più volare” (da una poesia di Antonio F., giovane ospite dell’IPM).
Francesco Vigilante Rivieccio
Omero, Cicerone, Plinio, Marziale, Beda il venerabile, Boccaccio, Pontano, Sannazaro, Gongora, Calderon de la Barca, Dumas padre, Matilde Serao, Benedetto Croce, Berlioz, Mendelssohn, Marai. Sono alcuni dei tantissimi autori, poeti, musicisti, che hanno scritto di/su/intorno a Nisida, descrivendone la bellezza del paesaggio e le vicende storiche, raccontando miti antichi o traendone solo il nome per la loro, affascinante, dama Nisida.
Nesis la piccola isola, che su una carta geografica non è che un microscopico puntino, ha sedimentato nei secoli – lungo sentieri cespugliosi di macchia mediterranea e nell’abbraccio circolare d’un mare incantato – voci ed emozioni la cui eco risuona tuttora profonda, ad ogni passo, ad ogni respiro.
Nisida come Parco Letterario e Naturale l’abbiamo, quindi, immaginato come un percorso che consenta di godere dell’intatto ambiente naturale, riascoltando, nel contempo, le singole voci che ne sostanziano l’anima.
Il percorso – in parte finanziato dal Miur all’interno del progetto LeAli al futuro con capofila la SMS Sogliano e la partecipazione della SMS Michelangelo – si è svolto su due piani:
- il ripristino di una parte della sentieristica, in maniera da poter effettivamente camminare per l’isola, raggiungendo con relativa facilità porto Paone (attività che ha visto impegnati anche alcuni ragazzi ospiti dell’IPM); - la pubblicazione, amichevolmente realizzata fuori commercio dall’editore Mario Guida, di una Trilogia di racconti.
Per il primo volume, Racconti per Nisida, (prefazione di Dacia Maraini) abbiamo chiesto a quindici autori di offrire ai ragazzi una loro breve narrazione ispirata all’isola, venendo da noi a leggerla e commentarla. I due successivi volumi, Racconti per Nisida e l’Unità d’Italia e Racconti per Nisida, isola d’Europa, (introdotti, questi ultimi, da un racconto di Maurizio De Giovanni e da un sonetto di Yves Bonnefoy) sono frutto di un lavoro ben più articolato. Otto scrittori e poi sei scrittrici hanno costruito il loro racconto all’interno di una vera e propria Scuola di scrittura, lavorando in classe con i ragazzi su alcuni dei prigionieri politici dell’allora carcere borbonico nell’ultima fase del regno delle Due Sicilie e su alcuni personaggi e autori significativi della costante intersezione tra Nisida e le vicende europee. La partecipazione degli autori è stata totalmente gratuita, esclusione fatta per il secondo volume che ha goduto di parte del già accennato finanziamento ministeriale.
Con la recente apertura del Sentiero di Omero e l’inaugurazione del Simposio di Nisida – la terrazza su porto Paone, dove le scolaresche potranno confrontarsi col ricco patrimonio letterario di Nisida, quello storico e quello costruito in questi ultimi anni – si è conclusa una tappa importante del nostro percorso. Che continuerà sia per quanto riguarda la sentieristica, sia per quanto riguarda la parte narrativa. Dopo aver dato ampio spazio al luogo che ci ospita, il prossimo anno scolastico, una diecina d’autori, a titolo di collaborazione gratuita, lavoreranno con noi in classe per far sì che i ragazzi e le ragazze si raccontino con le loro parole, con la loro grammatica. La nuova tappa sarà quindi passare dai “racconti per il luogo che ci ospita” ai “racconti degli ospiti di questo spazio/tempo così particolare”.
Maria Franco Solo chi ci abita in questo carcere geograficamente meraviglioso può capire quanto la mente possa viaggiare a bordo del mare o dei gabbiani per poi tornare con i piedi per terra circondato da mura altissime, che a volte infrangono i sogni lasciando spazio solo ai sensi di colpa.
Antonio
Notte insonne notte di desideri notte passata alla finestra aspettando il domani notte di sogni senza riposo. Giorno stanco giorno pensieroso stressante. Notti e giorni passati a Nisida giorni che aiutano ad apprezzare la libertà
per ritrovare fuori da qui la felicità. Mario Questo mare immensamente stupendo di Nisida che solo a guardarlo ti porta lontano Questo mare che solo nell'ascoltarlo ti fa arrivare i sussurri dei tuoi cari Questo mare che solo a odorarlo ti fa rivivere il magnifico odore di lei.
Nico
Solitudine lo stare solo a volte mi angoscia mi fa sentire come un fiore solo solo nel bel mezzo di vasti prati. Il dolore che attanaglia il mio cuore è forte, forte a tal punto da farmi sentire un gabbiano che non può più volare. Le notti qui sono più buie e lunghe.
Il letto sempre più gelido si sveste del suo vero compito quello di un momento di riposo per indossare le vesti più assillanti più assillanti perché sostituisce il momento del riposo con quello dei sensi di colpa, con quello dei perché: ti chiedi tante cose ma non riesci a darti una risposta. E vorrei riuscire a voltar pagina. Ma dopo questa prigione mi aspetta un’altra prigione un posto dove il sole è più freddo del letto che mi ospita ora. Ma quando ogni speranza si annienta voglio attendere e continuare a SPERARE.
Antonio
Un gabbiano libero di attraversare cieli celesti e cieli scuri piano si appoggia su alberi in grado di attraversare mari e montagne libero di volare.
Sanela
Tu vivi dolce fiore facendoti osservare. Tu vivi posando le tue foglie su questa terra. Tu vivi, vivi di realtà e la realtà diventa vera. Ah, questo silenzio batte e in questo silenzio battente un altro fiore si sta aprendo, si apre per te per me e per tutto il mondo. Ah, è il silenzio che batte, batte come una rosa che muore, dando a tutto il mondo la colpa… Tu cadi sicuramente, tu temevi questo grido, credevi che fosse un semplice duello, ed è invece, ed è invece duro e crudele tutto il mondo che muore.
Gaspare
Angelo Petrella, L’età dell’oro - tratto da'Racconti per Nisida', Guida editore (fuori commercio)
[...] Si grattò la testa e cercò istintivamente il volume che aveva lasciato sulla mensola, ma non c’era. Al posto suo, c’era appoggiato qualcuno. Ciro alzò lo sguardo e trasalì. Una figura alta, imponente, vestita in modo assurdo, lo fissava con aria bonaria. Ciro si appoggiò con la schiena al muro, si aggrappò alle coperte con rabbia, tremò. “Chi... sei? ” – riuscì a balbettare dopo qualche minuto. L’uomo si tolse il cappello e si spostò in direzione della finestra. “Lo sai chi sono.” “Sei il diavolo? ” L’uomo sorrise. I suoi denti erano più bianchi della luna. Ciro iniziò a capire. “Sei quello del libro... Sigi-coso...” – aggiunse. “Sigismondo, sì”. “E che ci fai qua? ” “La stessa cosa che ci fai tu. Mi hanno arrestato” – rispose. “E perché? ” L’uomo si sbottonò la giacca e andò a sedersi anche lui sul letto. Ciro lo lasciò fare. “Anche questo lo sai: per amore. Amore di un’idea”. “E mica si può essere arrestati per le idee...” – fece Ciro divertito. “Certo che si può” [...]
Maurizio de Giovanni, Certi posti - tratto da 'Racconti per Nisida', Guida editore (fuori commercio)
Ci sono certi posti, sapete. Posti che hanno un proprio respiro, che non hanno bisogno di essere visti, filmati o fotografati per esistere. Posti che mormorano, raccontando col silenzio pieno di sospiri sempre la stessa storia, che è diversa e unica di momento in momento. Posti di luce e di buio, che abbracciano e circondano e diventano familiari, restando alieni da ogni altro luogo. Posti che se ci capiti, ti mettono di fronte all’oscuro che hai dentro, e tu ci cadi e navighi fino a una fiammella che non sapevi di conservare, in fondo in fondo, quando pensavi di non avere più speranza. Questi posti, se hai la fortuna o la disgrazia di incontrarli, non perdonano. Qui non si può più mentire, non si può girare la testa da un’altra parte, né si può canticchiare a voce alta per non ascoltare i propri pensieri. Ti ritrovi a guardare in faccia qualcuno che non ha pietà, e quel qualcuno sei tu. In questi posti c’è differenza tra uomini e donne. Che discorsi, si potrebbe dire: c’è sempre differenza, tra uomini e donne. Ma qui la differenza è un’altra, non la solita fatta di forme e di colori, di ironie e complimenti, di conflitti e violenza. Qui la differenza è negli occhi, nel battito del cuore, nel ritmo del pensiero. Perché gli uomini guardano il presente, in una miopia di sentimenti di cui sono vittime; e guarderanno il panorama, fatto di sole sulla neve o di onde luccicanti, e penseranno confusamente di stare bene, e di essere in un bel posto; e penseranno di essere in pace, una pace transitoria e annebbiata, e si scorderanno del passato remoto e recente e del futuro prossimo e lontano, respireranno a fondo e sorrideranno, riflettendo sulla vita e su Dio senza clamore e senza profondità. Le donne no. Le donne non conoscono il presente, sospese tra un passato di cui hanno perfetta memoria e un futuro che incombe senza lasciar loro pace né silenzio. Le donne hanno bisogno di sincerità e di sicurezza, di calore e di pareti conosciute. Le donne hanno combattuto e combatteranno, gli è noto il proprio destino e non gli vogliono sfuggire. Le donne sanno di dover mentire, e per questo il cuore gli sanguina perennemente. Questi posti ricevono le donne. E gli parlano in una lingua che conoscono.
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