A Napoli non tutto è malaSANITÀ: rinascita di un rione
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Catacombe di San Gennarodi Francesco Vigilante Rivieccio

La multiforme realtà della città di Napoli, con le sue bellezze naturali e artistiche, i suoi 2500 anni di storia, l’articolata cultura, offre al visitatore infinite suggestioni.

Napolinternos ha dato la possibilità, nei suoi circa tre anni di vita, di guardare la nostra città, e più in generale la Campania, con occhi diversi; parafrasando Marcel Proust, piuttosto che andare alla ricerca di luoghi nuovi, ha cercato di far vedere luoghi magari già noti con “nuovi occhi”.

Ma la nostra città è variegata anche per la sua ricca umanità, e difatti abbiamo avuto la fortuna e il piacere di fare la conoscenza anche di associazioni e di uomini di grande valore. Fra questi ultimi è doveroso citare il parroco di Santa Maria della Sanità, don Antonio Loffredo, infaticabile ed estroso motore di tante belle e concrete iniziative, tali da meritare qualche mese fa la visita del nostro Presidente, Giorgio Napolitano, alla storica basilica (conosciuta anche come chiesa di San Vincenzo ‘o Munacone).

Don Antonio LoffredoCito dal libro di Cinzia Massa e Vincenzo Moretti “Rione Sanità: storie di ordinario coraggio e di straordinaria umanità” le parole di Susy Galeone, che descrivono molto bene quanto realizzato:
“Abbiamo costituito cooperative per valorizzare la bellezza, la storia e l’arte presenti nel rione, per creare lavoro, per dare una risposta all’illegalità, perché è così che l’illegalità si combatte veramente, creando lavoro e alternative. Noi studiamo, lavoriamo, ci impegniamo come guide turistiche, come elettricisti, come artigiani, come assistenti e ci siamo dati anche una missione, quella di aiutare i più giovani a rimanere lontani da certe situazioni. Oggi ci sono tanti ragazzi intorno a noi, fungiamo da piccolo esempio. L’esempio che diamo è quello di lavorare e andare a scuola, e questo è tanto…”.

Tre sono gli obiettivi che si sono dati i valorosi giovani coordinati da don Antonio: recuperare, educare, fare impresa.

Affresco nelle catacombe di San GennaroIl primo, recuperare, è giustamente considerato una priorità assoluta. Viene perseguito con il restauro e la valorizzazione di tanti dei numerosi beni artistici e monumentali presenti nel Rione. Sono stati recuperati dal degrado e dall’abbandono chiostri, giardini, chiese, case canoniche. Le grandiose Catacombe di San Gennaro sono forse il frutto più prezioso di quest’opera di recupero; ma possiamo anche ricordare il seicentesco chiostro di Fra’ Nuvolo della citata basilica, il Giardino degli Aranci (un antico agrumeto, oggi area verde fruibile dai bambini e impreziosita da belle opere d’artigianato in ferro realizzate dai giovani della cooperativa IRON ANGELS), la Basilica di San Gennaro extra moenia, rimasta chiusa per quarant’anni, l’antico convento annesso a S. Maria della Sanità, oggi trasformato nel Bed & Breakfast O’ MUNACONE, una struttura ricettiva progettata e gestita dai giovani del quartiere.

Logo della Coop. ParanzaIl secondo obiettivo è quello di educare, magari con l’arte e con il bello, in quanto è assunto dei giovani di don Antonio che la bellezza aiuti a diventare cittadini migliori e l’arte alimenti lo spirito libero, la creatività, l’energia vitale. A tal proposito è stata, tra l’altro, creata un’orchestra giovanile composta dai bambini del quartiere, la SANITANSAMBLE che, sul modello di successo del sistema venezuelano di Josè Antonio Abreu, ha in pochi anni raggiunto risultati importanti, in primis che nessuno dei bambini ha mai abbandonato il progetto. Nel quartiere di Totò, è stato dato ampio spazio anche al teatro, con l’associazione SOTTO ‘O PONTE. Strutture come L’ ALTRA CASA e LA CASA DEI CRISTALLINI accolgono circa cento bambini con le loro mamme e una dozzina di educatori. All’ingresso sono state scolpite nella pietra parole come solidarietà, speranza, fiducia; “educare con la parola è il loro motto”, con la consapevolezza che l’istruzione rende liberi.

Il laboratorio Iron AngelsIl terzo obiettivo, fare impresa, è perseguito innanzitutto attraverso la valorizzazione delle numerose catacombe presenti nel quartiere, a cominciare da quelle di San Gennaro: da quando sono state affidate a una cooperativa di giovani del Rione, LA PARANZA, i visitatori si sono triplicati e si è sviluppato un indotto fatto di laboratori artigiani e di altre piccole cooperative, come l’OFFICINA DEI TALENTI, che ha curato l’innovativo impianto d’illuminazione delle catacombe stesse e si adopera per la manutenzione di tutti i siti del quartiere.

Come Napolinternos abbiamo avuto modo di sperimentare la simpatia e la professionalità dei giovani che compongono la cooperativa LA PARANZA. Ci hanno fatto da guida nei mesi scorsi per le visite alla Basilica di S. Maria della Sanità, alle catacombe di San Gaudioso, al cimitero delle Fontanelle; nelle passeggiate attraverso il Rione, ci hanno fatto toccare tappe suggestive come il famoso Palazzo dello Spagnolo e la casa natale del grande Totò. Il loro simbolo è costituito da due barche a vela che lavorano all’unisono; il nome si propone di rievocare un lavoro d’insieme, quello di un gruppo che coopera per, simbolicamente, tirare su le reti. Il cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, ha affidato loro la gestione delle Catacombe di Napoli.

Tutte le iniziative descritte hanno ricevuto il sostegno economico di privati e Fondazioni, senza l’impiego di denaro pubblico. Ci piacerebbe però che le istituzioni pubbliche intervenissero almeno per far conoscere ai più l’esempio positivo dei giovani della Sanità, che potrebbe essere di stimolo per gli abitanti delle tante zone degradate di Napoli. L’intervento pubblico potrebbe essere altresì di supporto per la manutenzione di strade e infrastrutture, nonché per la pulizia delle vie e degli altri luoghi pubblici, purtroppo al solito molto carente.

Ma ci piace, in conclusione, riportare il titolo dell’opuscolo dal quale abbiamo tratto gran parte di quanto descritto: LA CERTEZZA DEI SOGNI. Anche Napolinternos e i suoi ormai numerosissimi amici vogliono condividere il messaggio in esso contenuto.


I ragazzi della Coop. La Paranza in udienza dal Papa