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di Nicola Montanile Un "vizio" tutto nostrano La vita sociale dei nostri centri è anche regolata dallo "struscio". Struscio (in forma dialettale e con l'accento tonico sulla u) deriva, nel caso specifico, da strusciare le scarpe sulla strada. Certo, ciò determina, oltre al consumo delle suole, anche un appiattimento delle stesse mattonelle. In tutti i centri lo struscio per antonomasia si svolge sempre lungo il corso principale. È vero, anche in qualche traversa, ma quello è il finale di un tipo di struscio di cui parleremo. Lo struscio è un vizio come quello del fumo o del gioco, tanto che, una volta fatte le prime passeggiate, non si ritorna più indietro. Per strusciare basta dire: "ci vediamo stasera", senza nemmeno bisogno di indicare né l'ora, né il luogo. Si divide in vari aspetti: struscio pensionato, corteggiamento o amoroso, pettegolo, sportivo e politico. È praticato da giovani, pensionati, studenti, disoccupati e famiglie. La sosta per gli strusciomani non esiste, eccezion fatta per i pensionati, che sono i più forti strusciodipendenti. Questi, quando stanno in casa, soffrono. La strada per loro è tutto. Strusciano in uno spazio ristretto e, quando sono stanchi, o entrano in un bar, o si siedono al sole in compagnia di un cane randagio, accovacciato ai loro piedi. Tra una chiacchiera e l'altra lanciano qualche sputo verso il centro del loro cerchio. Chi emigra per lavoro, tornando a casa, nel vedere il corso o la piazza, nostalgicamente dice: "Quanto ho passeggiato". Lo struscio amoroso, praticato in serata, può avere durata lunga o breve. Tutto dipende dall'approccio con il partner. Se ci sta, si struscia, altrimenti si rimane soli a meditare o ad essere confortati da qualche amico. Questo tipo di struscio può determinare anche una durata brevissima. Ciò si verifica quando si è già fidanzati. Infatti si struscia soltanto per un attimo, e cioè il tempo di guardarsi negli occhi (salendo in macchina in qualche traversa) al solito posto. Da non trascurare lo struscio della coppia e della sfilata di moda. Si struscia con impresso sul volto questa espressione; nel primo caso: "ce l'ho fatta", nel secondo: "guardate qua". Oggi lo struscio in automobile, nel campo del corteggiamento, sta avendo il sopravvento. Lo praticano anche le donne. Ci si adegua ai tempi? Sempre per il corteggiamento si dà adito allo struscio emigratorio nei paesi viciniori. Dello struscio pettegolo, caratteristico delle malelingue e fatto preferibilmente in sosta, si salvi chi può. Lo struscio politico e sportivo ha il più alto indice di gradimento di domenica. Quello politico di più in mattinata, quello sportivo in mattinata e dopo il termine delle partite di calcio. Si struscia parlando di calcio nazionale e locale e dandosi appuntamento per andare allo stadio. Nello struscio politico, invece, si cimentano: politicanti amministratori, pendoli, cimeli, emarginati, aspiranti primedonne, frustrati. Di alcune di queste figure si è parlato e riparlato. Dei politicanti cimeli non tanto. Si riconoscono dalle frasi: "quando governavamo noi", oppure "la politica ai nostri tempi era un'altra cosa". Poverini, credono che la gioventù non sappia le birichinate compiute all'insegna dell'ignoranza. Ogni strusciopoliticante ha la soluzione per il miglioramento della politica e della vita amministrativa. Però fino all'ora di pranzo. Una volta all'anno, allo struscio delle suole si accoppia quello delle mani per gli auguri. È lo struscio più impacciato, più superstizioso e più consumistico dell'anno. Impacciato, poichè gli auguri si fanno anche agli sconosciuti; superstizioso, poichè si sta attenti a non incrociare le mani; consumistico, poichè, in questa prassi, vi è uno spreco di belle parole. Lo struscio, comunque, ha un orario ben definito di chiusura, che si determina intorno alle 21 con il sopravvenire dei programmi televisivi della serata. Tutti scompaiono di colpo dalle strade, lasciando il posto a coloro che si trovano in una fase cronica del vizio. E nei tempi quando non c'era la televisione? Non vi era orario. Si strusciava fino all'alba, tornando a casa con le suole consumate ed i piedi a terra. Tutto muore e lo struscio no? Oggigiorno anche lo struscio è in pericolo. I nemici? Il traffico disordinato, i vandali in moto, il lassismo e il permissivismo di un cronico clientelismo amministrativo. La Voce della Bassa Irpinia - Anno II Numero 2, 16 gennaio 1984
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