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Ringraziamo Mimmo Arace per averci inviato, in occasione dell'evento dedicato alle donne "Nel nome di Ipazia: oltre la festa della donna", due suoi componimenti. A TE Fu forse avversa la sorte che ti rapì ai nostri affetti nel fior degli anni, anima mia ? Così mi parve allor che invano tra la folla ti cercai e non ti trovai! E tu eri lì, così vicina, nel crudo legno, unico fiore tra tanti petali di fiore! Ma poi la notte cedette al giorno e i mesi agli anni e come d’incanto ciascuno trovò la primavera sua ! D’istinto ciascun dei figli seguì i valori che loro avevi dato e, senza saperlo, ne avevan fatto tesoro per spenderli al momento giusto. Ed allora più non parve avversa quella trista sorte ma fulgida sorgente di vita vera! GIOVENTÙ Bionda, con i capelli alla garcon, come si diceva allora, più di cinquant’anni or sono, d’incanto mi apparisti tra il vociar di noi ragazzi, alunni della prima classe media. Mi chiedesti qualcosa ed io non riuscii a proferir parola, un suono solo mi rimase in gola! Oh quante volte ormai io ti ho cercato invano ed il tuo ricordo mi ha scaldato il cuore! Or che un lieve, bianco crine mi copre in parte il capo, tu, non esisti più perché forse eri solo GIOVENTU’. Mimmo Arace
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