DIBATTITO SULL'OMEOPATIA |
Premessa del dott. Franco Vigilante Rivieccio, Presidente di Napolinternos Da lunghi anni la Presidente dell'APO (Associazione Pazienti Omeopatici), la sig.a Vega Palombi Martorano, lotta con coraggio e tenacia per promuovere la conoscenza di una medicina dolce, efficace, rapida e duratura quale l'omeopatia. Ai suoi sforzi voglio unire alcune mie parole, in qualità di semplice "paziente" omeopatico e testimone da circa trent'anni dei benefici di tale medicina. Sono approdato all'omeopatia nel 1980, quando le mie figlie, Laura e Silvia, avevano rispettivamente quattro e un anno. Come per molti, l'approccio a questa medicina è avvenuto in seguito alle "delusioni" generate dalla sperimentazione della medicina ufficiale (definita allopatica dagli omeopati) e con una certa cautela e diffidenza iniziali; non dopo, comunque, aver approfondito la conoscenza teorica della materia. Ebbene, se una delle principali accuse (forse l'unica) rivolte all'omeopatia è di ottenere risultati solo grazie all'effetto placebo, essendo i rimedi omeopatici troppo diluiti, mi chiedo e chiedo ai detrattori di questa medicina di quale effetto placebo si possa parlare quando si vedono guarire bambini inconsapevoli e animali. Vero è che i meccanismi d'azione delle cure omeopatiche sono quanto meno non totalmente compresi. Le ricerche scientifiche non sono ancora riuscite a spiegare pienamente come da un rimedio estremamente diluito possa sprigionarsi un'energia tale da avere effetti così potenti nel coadiuvare e indirizzare la reazione del nostro organismo. A tal proposito mi viene in mente un "fenomeno scientifico" meraviglioso di cui con le nostre conoscenze attuali possiamo solo tentare una descrizione, senza comprenderlo nella più intima essenza: la fissione dell'atomo. Chi mai avrebbe creduto, prima della comparsa della bomba atomica, che dalla scissione di un atomo di uranio, cioè di qualcosa di infinitamente piccolo, si sarebbe liberata una tale quantità di energia? Mi fa piacere segnalare, per chi voglia approfondire la conoscenza della medicina omeopatica, due libri del compianto dottor Antonino de Arcangelis: "La sfida della chimera" (ed. EDIUM) e "Specchio a due facce" (ed. ICSA). Voglio inoltre segnalare il ruolo cardine della nostra città, Napoli, nella diffusione dell'omeopatia in Italia e in Europa. Voglio chiudere queste mie riflessioni con una frase di Platone, che racchiude un'affermazione imprescindibile in omeopatia: "E' errore assai diffuso tra gli esseri umani il voler intraprendere separatamente la cura del corpo e la cura dello spirito".
La medicina omeopatica non ha colpe A proposito della lettera “Le medicine alternative che non servono” di Renato Cimino [per il testo della lettera, vedere di seguito*], uscita sul Mattino del 16 ottobre scorso, in cui lo scrivente condivide quanto detto dal professore Silvio Garattini nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera del 9 ottobre scorso, l’APO Italia – Associazione Pazienti Omeopatici e SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) hanno già ampiamente risposto in argomento sul sito web www.apoitalia.it e Omeopatia 33. Ogni anno, puntualmente ad ogni inizio di stagione, il farmacologo sferra un attacco alle Medicine non convenzionali ed in particolare – guarda caso – a quella omeopatica alla quale sono approdati, come ultima spiaggia perché delusi dai risultati ottenuti con quella accademica, oltre dieci milioni di italiani. Che tra l’altro pagano di tasca loro visite mediche e farmaci!Ma cosa c’entra la Medicina omeopatica con il caso del povero bambino deceduto, al quale ormai senza più speranze avevano sospeso le cure tradizionali per tentare con la medicina Ayurvedica?
L’ultimo tragico caso del bambino di sei anni affetto da fibrosi cistica e deceduto verosimilmente per la sospensione delle cure tradizionali deve far riflettere i quasi 8 milioni di persone che in Italia fanno ricorso attualmente alle terapie non convenzionali. Il professor Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, intervistato oggi sull’evento doloroso ha sottolineato, ancora una volta, come le cosiddette medicine alternative non abbiano alcuna base scientifica. Perciò la sospensione di trattamenti medici di sicura efficacia della medicina tradizionale in malati affetti da gravi malattie metaboliche o neoplastiche può condurre anche all’exitus, come già successo più volte. Quando i farmaci tradizionali non riescono a guarire è un’illusione sperare che quelli alternativi possano riuscire dove i primi hanno fallito. Renato Cimino – Napoli
Lettera aperta di un medico omeopata al Prof. Garattini Egregio prof. Silvio Garattini,
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