1 e 8/3/2015 - AUGUSTO E LA CAMPANIA
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DA OTTAVIANO A DIVO AUGUSTO

Visita guidata alla mostra che chiude le celebrazioni per il bimillenario della morte del primo imperatore romano,
al Museo Archeologico di Napoli


DOMENICA 1 MARZO 2015 ore 9:30
Appuntamento al bar all’angolo tra via Costantinopoli e lo slargo antistante il Museo Archeologico


Il biglietto d’ingresso al museo è gratuito la prima domenica del mese; gli altri giorni, il costo d'ingresso ammonta a € 8,00 (gratuito per minorenni, portatori di handicap e relativo accompagnatore, giornalisti; ridotto a € 4,00 per cittadini UE di età compresa tra i 18 e i 25 anni, docenti UE con incarico a tempo indeterminato).

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI: tel. 337.945734 - 335.422109 - This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it  
LA PRENOTAZIONE È OBBLIGATORIA!  È necessario attendere conferma della prenotazione.

 



Gaio Giulio Cesare Ottaviano muore nei pressi di Nola, il 19 agosto del 14 d.C. Da quel giorno, l'Augusto, cioè il "degno di venerazione e di onore", diviene il "divo", ascendendo all'Olimpo romano, consacrato e celebrato come conviene ad un dio.
Augusto fu il vero motore del cambiamento del destino di Roma e del Mediterraneo: durante il suo regno, la Campania assurse a luogo protagonista della sua ascesa al potere. Le 105 opere in mostra (alcune delle quali inedite) evidenziano una connessione tra il potere imperiale e i territori campani, legati a doppio filo a quel potere.

Al centro dell'esposizione napoletana è proprio il particolare legame di Ottaviano Augusto con la Campania Felix; dalla fase di conquista del potere al consolidamento della pax augustea, passando per i 9 anni di principato e fino alla morte presso Nola: questi i punti salienti della "carriera" politica dell'imperatore più amato e rivoluzionario, colui che "fece voto di compiere ogni sforzo, affinché nessuno potesse rammaricarsi del nuovo stato di cose". "Due volte pensò di restaurare la Repubblica: la prima volta subito dopo aver sconfitto Antonio, memore che quest'ultimo gli aveva ripetuto spesso che era lui il solo ostacolo al ritorno [della Repubblica]; [la seconda volta] di nuovo nella stanchezza di una malattia persistente. In quella circostanza convocò a casa sua magistrati e senatori dando loro un resoconto dell'Impero. Ma pensando che, come privato cittadino, non avrebbe potuto vivere senza pericolo e temendo di lasciare la Res publica in mano all'arbitrio di molti, continuò a mantenere [il potere]. Non sappiamo quale sia stata la cosa migliore da fare" [Svetonio, Augustus].

 
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