LA SCHERMA NAPOLETANA: una tradizione antica, un grande presente, un futuro certo

di Vittorio Cisternino

Diego Occhiuzzi

Quest'anno alla tradizionale premiazione alla Sala dei Baroni svoltasi giovedì 1/12/2011 scorso sono stati chiamati tra gli altri i napoletani Gigi Tarantino, Diego Ochiuzzi e Gioia Marzocca, tutti e tre campioni d'Europa e i primi due anche bronzi mondiali...

Capita che grandi traguardi raggiunti in passato non abbiamo poi trovato continuità e che, pertanto, motivi di orgoglio nella storia di un paese o di un popolo restino un ricordo da celebrare, magari, saltuariamente. Su Napoli, per fare qualche esempio banale, si potrebbe citare la prima ferrovia e il primo tratto autostradale e tanti altri primati, mortificati dal confronto col presente.

Gioia MarzoccaUn primato tutto napoletano che non ha mai smesso di mettere la nostra città sempre sul proscenio grazie alle gesta mai mancate dei suoi protagonisti è la disciplina della scherma che ha avuto sul piano sportivo organizzativo la sua culla proprio a Napoli. Una data fatidica, che si gemella con le celebrazioni dell’Unità d’Italia, è quella della fondazione dell’Accademia Nazionale di Scherma avvenuta nell’agosto del 1861. E di pochi anni dopo, 1882, è datato il primo trattato ufficiale della disciplina sportiva della scherma, autore Masianello Parise che aveva vinto il concorso nazionale per un trattato da adottare in tute le scuole militari del regno. Ed ancora, di lì a poco l’accademia otteneva il riconoscimento di Ente Morale e la prerogativa - ancora oggi esclusiva – di rilasciare il diploma di “maestro di scherma” prestigioso titolo per il quale vengono a dare l’esame da ogni parte del mondo.

Ma questa è la storia, anche se tuttora l’Accademia svolge opera di divulgazione della disciplina, oltre ai suddetti esami per maestro. Napoli, comunque è stata sempre – anche grazie al movimento in atto intorno all’accademia – una piazza importante ed una fucina di campioni. Possiamo citare, fior da fiore dal medagliere olimpico, Tullio Bozza campione olimpico ad Aversa 1920, Renato Anselmi, oro a Parigi 1924, argento Ad Amsterdam 1928 e a Los Angeles 1932, Arturo De Vecchi argento a Los Angeles 1932, Ciro Verratti oro a Berlino 1935. In epoca recente citiamo Marco Romano e Dino Meglio “argenti” a Mosca 1980 e Sandro Cuomo oro ad Atlanta 1996. Ma vanno ricordati anche altri campioni come Pasquale La Ragione presente a Tokyo 1964 e Gianluigi Placella a Monaco 1972.

Gigi TarantinoIl presente ci propone, tutti nella sciabola di cui la scuola napoletana è interprete sopraffina, Gioia Marzocca campionessa mondiale nel 2003 ed europea quest’anno, Luigi Tarantino campione del mondo nel 1995 e nel 1998, argento ad Atene 2004, campione europeo quest’anno insieme con Diego Occhiuzzi e sempre con Occhiuzzi bronzo mondiale. Campione europeo è stato nel 1992 anche Raffaello Caserta e poi campione del mondo nel 1995.

Ma la tradizione della sciabola napoletana non si esaurisce. Già con bacheche pregiate a livello giovanile si segnalano Massimiliano Murolo e Luca Curatoli, mentre sulla spinta dell’olimpionico Sandro Cuomo (commissario tecnico nazionale della spada) si sta creando un interessante filone anche nell’arma bilama.

Davvero difficile trovare un altro settore in cui una grande tradizione non abbia mai lasciato la cresta dell’onda e “minacci” di restarci ancora.